Le guerre dell’Antico regime

Le guerre del Settecento

Nell’arco del Settecento i sovrani dell’assolutismo combatterono numerose guerricciole. Chiamate così perché furono conflitti poco cruenti: le operazioni non erano finalizzate a distruggere l’avversario, ma a guadagnare posizioni di forza.
Le principali tra queste guerre furono guerre “di successione”, originate cioè da questioni dinastiche: quando un re moriva senza avere eredi diretti. In questi casi le maggiori potenze avevano idee (candidati) differenti; attribuire la corona a un proprio protetto, o vederla attribuire a un proprio avversario, significava spostare l’equilibrio generale delle forze.
Oltre alla successione bisognava trovare un equilibrio, infatti, finita la guerra, al tavolo della pace i vincitori si accontentavano di vincere, senza voler stravincere, per evitare di subire una vendetta. Le relazioni internazionali rimasero quindi ispirate a un bilanciamento delle forze, nella consapevolezza che nessuna potenza era in grado di imporre la propria egemonia.
Equilibrio significava colloqui, discussioni, accordi. Un sottile gioco diplomatico accompagnò le guerre di successione: prima (discussioni su quale monarca collocare in un certo trono ), durante (alleanze militari, spostamenti nell’alleanza, trattative per il cessate il fuoco ecc.) e dopo (i negoziati di pace e gli accordi finali).

Tre guerre di successione: spagnola, polacca, austriaca

Villars_a_Denain1Nella prima metà del Settecento si combatterono tre guerre di successione. La prima si aprì nel 1701, per la morte (1700) senza eredi del re spagnolo Carlo II. Carlo era un Asburgo, ma aveva sposato Maria Luisa di Borbone Orléans, nipote di Luigi XIV di Francia. Il trono spagnolo faceva gola a molti, specialmente all’Austria e alla Francia, che potevano legittimamente rivendicarne il diritto. Francia, Spagna e Baviera si coalizzarono attorno alla dinastia borbonica; sull’altro fronte si formò la “grande alleanza antiborbonica” formata da Gran Bretagna, Olanda, Austria, Prussia e Portogallo. Il conflitto si concluse nel 1713.
Le paci di Utrecht (1713) e di Rastadt (1714) obbedirono esplicitamente al principio del “giusto equilibrio” nell’assegnare la Spagna a un re di origine francese: un Borbone, Filippo V, discendente del Re Sole. La Spagna mantenne inoltre la sovranità sulle colonie americane. La Gran Bretagna ebbe Gibilterra, Minorca e l’isola di Terranova, ma i maggiori vantaggi furono tratti dagli Asburgo d’Austria, che ottennero i domini spagnoli nei Paesi Bassi e in Italia.
L’Italia entrò da allora nell’orbita asburgica: Milano, il Regno di Napoli e la Sardegna furono incorporati nei possedimenti austriaci. Anche il Granducato di Toscana, assegnato al ramo degli Asburgo-Lorena, entrò nell’area di influenza austriaca. Il Piemonte si vide ricompensato con il Regno di Sicilia: i duchi sabaudi ottennero così la sospirata corona di re.
Due nuove guerre europee si susseguirono negli anni 1733-38 e 1740-48.
La prima (guerra di successione polacca), combattuta in Germania e in Italia dagli Asburgo contro Francia, Spagna e Savoia, fu provocata dal tentativo francese di porre un proprio candidato sul trono elettivo della Polonia.
La seconda crisi (guerra di successione austriaca) investì uno dei capisaldi del sistema europeo, l’impero asburgico. Francia, Spagna, Prussia e Baviera volevano indebolire il potere degli Asburgo, perciò contestarono l’ascesa sul trono di Maria Teresa d’Austria; l’Austria ebbe invece il sostegno della Gran Bretagna e della Savoia.
Entrambi i conflitti furono accompagnati da un’intensa attività diplomatica, che porta alla pace di Aquisgrana (1748), in Italia l’Austria acquistò Parma e Piacenza, ma perse il Mezzogiorno che passò, assieme alla Sicilia, a re Carlo di Borbone, di origine francese ma figlio del re di Spagna.
Persa la Sicilia, i Savoia ottennero in cambio la ben più povera Sardegna.
L’impero austriaco conservò sostanzialmente la propria integrità e Maria Teresa fu confermata imperatrice. Perse però la Slesia, una regione strategica ricca di ferro e di carbone, che fu incamerata dalla Prussia di Federico II.

La guerra dei Sette anni

Pochi anni dopo scoppiò l’ultimo conflitto settecentesco, la guerra dei Sette anni (1756-63). Il motivo questa volta fu che Maria Teresa non si rassegnava alla perdita della Slesia e volle perciò rimettere in discussione la pace del 1748.
La Prussia nel 1756 si mosse con un attacco preventivo contro l’Austria, invadendo la Sassonia e scatenando così una guerra generale, che si protrasse fino al 1763. L’unica alleata della Prussia fu la Gran Bretagna. La Prussia dovette difendersi, in Europa, dalle forze congiunte di Francia, Austria e Russia, ma riuscì a non perdere territori: la Slesia rimase dunque della Prussia.
Vera vincitrice del conflitto fu la Gran Bretagna, che vinse nettamente il confronto coloniale con la Francia.
La guerra dei Sette anni fu il primo conflitto a sfondo “mondiale”, combattuto su quasi tutti i mari del mondo dalle flotte inglese e francese. La Francia perse quasi tutti i suoi possedimenti nell’America settentrionale (fra questi il Canada e parte della Louisiana) e in India, ceduti alla Gran Bretagna. Quest’ultima diventò la potenza egemone in campo coloniale, padrona dei mari e, conseguentemente, dei grandi commerci internazionali.

Il nuovo assetto generale

Mezzo secolo abbondante di guerre e di negoziati portò, nella politica internazionale, ai risultati qui riassunti:

  • Charles_III,_1786-88
    Carlo III di Borbone in abito da caccia

    il fallimento delle ambizioni egemoniche della Francia e la conferma del fatto che, sul continente europeo, nessuno stato poteva prevalere in maniera definitiva sugli altri;

  • il declino della Spagna, ormai esclusa dal novero delle grani potenze;
  • l’ampliamento dei domini degli Asburgo d’Austria, in Italia e nei Balcani, a danno dell’Impero turco-ottomano;
  • l’emergere della Gran Bretagna come maggiore potenza coloniale (a spese della Francia);
  • l’ascesa della Prussia a potenza di primo piano;
  • l’espansione della Russia e il suo ingresso nella competizione europea con ambizioni nel Baltico e nei Balcani;
  • la triste fine della Polonia, che nel corso del secolo conobbe tre successive spartizioni a vantaggio di Austria, Prussia e Russia, sino a sparire come entità politica;
  • la nuova sistemazione politico-territoriale dell’Italia, passata dall’orbita spagnola (sancita dalla pace di Cateau-Cambrésis del 1559) a quella austriaca (secondo gli accordi di Rastadt del 1714); la successiva assegnazione (1734) del Regno di Napoli a Carlo III di Borbone spostò gli equilibri a danno dell’Austria.

Pubblicato da bmliterature

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