Il Naturalismo francese

exemplo-naturalismo-na-pintura-obra-os-comedores-batatas-van-gogh-retrata-miseria-desesperanca-uma-familia-camponeses-54d2544f669afGli scrittori veristi italiani, anche Verga, nell’elaborare le loro teorie letterarie e nello scrivere le loro opere prendono spunto dal Naturalismo Francese del 1800.
Questa corrente letteraria nasce dal Positivismo che crede nell’importanza del progresso tecnologico e scientifico ed è l’espressione ideologica della nuova organizzazione industriale.
Il pensatore da cui soprattutto trasse i suoi fondamenti teorici il movimento letterario del Naturalismo fu Hippolyte Taine. Egli affermava che i fenomeni spirituali e caratteriali fanno parte della vita dell’uomo e sono determinati anche dall’ambiente fisico in cui l’uomo nasce e cresce. Taine stesso come critico applicò tali concezioni alla letteratura, auspicando che essa si assumesse il compito di analizzare scientificamente la realtà sulla base del principio deterministico dell’influenza della “razza“, dell'”ambiente” e del “momento storico” a cui appartiene.

I PRECURSORI

Gustave-FlaubertIn un saggio del 1858 Taine vedeva come modello di scrittore “scienziato” Honoré de Balzac, l’autore di quel grandioso quadro della società francese che è la Commedia Umana, sottolineando la sua precisione di anatomista e di chimico nell’analizzare la natura umana.
Altri modelli letterari della scuola naturalista furono i romanzieri: Gustave Flaubert, l’autore di Madame Bovary, per la sua teoria dell’impersonalità. “L’artista deve essere nella sua opera come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente, sì che lo si senta ovunque, ma non lo si veda mai…”; i fratelli Edmond e Jules de Goncourt, per la cura nel costruire i loro romanzi in base ad una documentazione minuziosa ed approfondita degli ambienti sociali rappresentati e per l’attenzione nuova dimostrata alle classi inferiori, a fenomeni di degradazione umana. Esemplare in tale direzione è il romanzo Germinie Lacerteux.
La Prefazione al romanzo è uno dei primi e più chiari manifesti della nuova tendenza, con l’affermazione che le classi inferiori, in un’epoca di democrazia e di suffragio universale, hanno ormai il diritto di essere rappresentate nella letteratura, e che il romanzo si è imposto gli studi e i compiti della scienza.

LA POETICA DI ZOLA

220px-ZOLA_1902BTali esigenze di trasformare il romanzo in uno strumento scientifico e di rappresentare la realtà in tutte le sue forme, anche quelle più crude, furono riprese da Emile Zola, lo scrittore che riassunse nella sua opera il movimento, ponendosi come un vero e proprio caposcuola.
Le concezioni che stanno alla base della narrativa zoliana si trovano esposte nel volume Il romanzo sperimentale, in cui Zola sostiene che il metodo sperimentale delle scienze, applicato alla sfera “spirituale”, ai comportamenti intellettuali e passionali dell’uomo. Di conseguenza la letteratura e la filosofia, che hanno come compito quello di analizzare tali comportamenti, devono entrare a far parte delle scienze, adottando il metodo sperimentale; da qui la formula “romanzo sperimentale”.
Il presupposto di tali teorie è la convinzione che anche le qualità “spirituali” e passionali sono un dato di natura e che leggi fisse, deterministiche, reggono il funzionamento del corpo umano così come il pensiero e i sentimenti. L’intellettuale ha il compito di individuarle.
La scienza, sostiene Zola, non ha ancora trovato con certezza tutte le leggi che regolano la vita passionale e intellettuale dell’uomo, ma due princìpi di base si possono già affermare: l’ereditarietàl’influsso esercitato dall’ambiente sociale.
La conclusione a cui approda Zola è questa: come il fine della scienza è far sì che l’uomo diventi padrone dei fenomeni per dominarli, così anche il fine del “romanzo sperimentale” è impadronirsi dei meccanismi psicologici per poi poterli dirigere.
Il romanziere ha quindi un fine importantissimo: aiutare le scienze politiche ed economiche nel regolare la società ed eliminare le sue problematiche fornendo ai legislatori e ai politici gli strumenti per dirigere i fenomeni sociali.
Come si vede, alla base del “romanzo sperimentale” zoliano sta una concezione progressista della società e della funzione dello scrittore, a cui viene assegnato un preciso impegno sociale e politico.

IL CICLO DEI ROUGON-MACQUART

Queste concezioni prendono corpo nell’opera fondamentale di Zola, i Rougon-Macquart. Si tratta di un ciclo di venti romanzi, in cui, rifacendosi al modello della Commedia Umana di Balzac, lo scrittore descrive i cambiamenti della società francese del secondo Impero attraverso le vicende dei membri di una famiglia.
22594533Le sue intenzioni sono espresse con chiarezza nella Prefazione al primo dei romanzi. Il principio di interpretazione di tutte le vicende dei personaggi è la legge dell’ereditarietà. Perciò al centro dei romanzi stanno spesso casi patologici dovuti a tare ereditarie, comportamenti legati all’infanzia, come ad esempio nel protagonista di Germinal, che patisce le conseguenze dell’alcolismo dei genitori, cadendo talora in accessi di follia irresponsabile.
Accanto agli intenti medico-patologici si collocano poi gli intenti sociali e politici. Zola vuole dare un quadro completo della società francese in tutti i suoi strati sociali e in tutti i suoi ambienti caratteristici, quelli mondani e aristocratici, quelli politici, artistici e letterari, i mercati generali, i sobborghi operai, le campagne, le miniere. Per dare una rappresentazione esatta e scientifica dei contesti che devono determinare passioni e azioni dei personaggi, lo scrittore si documenta con scrupolo estremo, studiando di persona gli ambienti, raccogliendo una massa imponente di documenti e testimonianze dirette.
L’atteggiamento ideologico di Zola in questi romanzi è decisamente progressista, da un lato violentemente polemico verso la corruzione e l’avidità dei ceti dirigenti e dall’altro pieno di interesse per i ceti subalterni, operai, artigiani, contadini, di cui sono denunciate con vigore le condizioni subumane di vita. Tale atteggiamento evolve da un generico democraticismo iniziale a posizioni dichiaratamente socialiste.
Lo scrupolo dello “scienziato” impedisce però che Zola dia una rappresentazione idealizzata e di maniera degli ambienti popolari: al contrario anzi lo induce a riprodurne con erudezza anche gli aspetti più ripugnanti, l’alcolismo, la violenza, la degradazione morale. Questo aspetto dei suoi romanzi fu quello che più colpì il pubblico contemporaneo, suscitando la reazione violenta dei benpensanti, ma assicurandogli anche, proprio attraverso lo scandalo, la fama e la ricchezza.

Pubblicato da bmliterature

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