Il primo Ottocento attraverso il racconto e il Romanticismo

Dal punto di vista storico-politico, la prima metà dell’Ottocento è segnata inizialmente dalle guerre napoleoniche, che sconvolgono gran parte del continente fino al 1815, e poi dalla cosiddetta Restaurazione, cioè dal ritorno in quasi tutti i Paesi europei di governi monarchici, all’assolutismo.
Si tratta dunque di un periodo di grandi tensioni ideologiche e di lotte politiche sanguinose, che spesso coinvolgono gli intellettuali e gli scrittori, ai quali viene chiesto di schierarsi con l’una o l’altra parte, cioè a favore degli ideali laici oppure a favore del ritorno all’Antico regime.
Dal punto di vista sociale ed economico, nella prima metà dell’Ottocento continua e si espande la rivoluzione industriale, iniziato in Inghilterra tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento. Nel corso dell’Ottocento, raggiungerà progressivamente tutte le nazioni europee.
La rivoluzione industriale provoca profondi cambiamenti: l’enorme sviluppo delle città, il progresso dei mezzi di comunicazione, la nascita di nuove figure sociali come l’imprenditore e l’operaio di fabbrica. Nasce la borghesia.
Si tratta di fenomeni che per il momento coinvolgono una minoranza di persone, ma che si collegano all’emergere di una nuova mentalità, di una nuova visione del mondo, di cui molti scrittori si fanno interpreti.

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Dal punto di vista culturale e letterario, la prima metà dell’Ottocento è l’epoca del Romanticismo. Movimento molto complesso e variegato, difficile da ricondurre a pochi concetti unitari, il Romanticismo ha però un denominatore comune: la valorizzazione dell’individuo. Che si tratti del singolo essere umano, con il suo carattere, i suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi sentimenti; o del popolo, con la sua storia, i suoi costumi, la sua lingua, la sua cultura; il Romanticismo attribuisce la massima importanza all’analisi dei caratteri specifici, individuali.
Sul piano specificamente letterario, la valorizzazione dell’individuo ha alcune conseguenze importanti. Da un lato, l’enfasi sull’originalità, sul rifiuto dei modelli tradizionali, e di conseguenza lo sviluppo di nuovi generi letterari. Dall’altro, l’emergere di nuove tradizioni culturali, dal momento che ogni popolo ha il diritto-dovere di dare il proprio contributo alla cultura universale. Infine, la rivalutazione dell’arte e della narrativa popolari (dall’epica medievale alla fiaba), tradizionalmente considerate “inferiori”.
Nelle prime metà dell’Ottocento, nasce poi un nuovo pubblico, più ampio e differenziato rispetto a quello delle epoche precedenti. La rinascita della novella, dopo circa duecento anni in cui questa tipologia narrativa era decaduta, si deve anche alla presenza di questo nuovo pubblico, che gradiva le narrazioni brevi inserite nei giornali e nelle riviste.

Pubblicato da bmliterature

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