La Francia prima della rivoluzione francese

Luigi XVINel corso del settecento in diversi paesi dell’Europa era iniziata un’età di riforme guidate da Sovrani illuminati che avevano più o meno migliorato la vita dei propri sudditi a livello economico, politico e sociale. Alcuni sovrani avevano addirittura limitato i privilegi che erano legati soprattutto a due classi sociali: nobiltà e clero.
Invece in Francia, essendoci l’Assolutismo monarchico fortemente radicato, tutti questi tentativi di riforme svanirono completamente nonostante l’Illuminismo ebbe origini in Francia.

La Francia, a metà del settecento conta la bellezza di 26 milioni di abitanti, mostrando una netta crescita demografica. Inoltre si mostrava come un Paese abbastanza ricco dal punto di vista economico ed evoluto dal punto di vista culturale.
Per quanto riguarda la Politica, il monarca assoluto era Luigi XVI, appartenente sempre alla famiglia dei Borboni, ed aveva rafforzato la Monarchia Assolutistica in Francia.

Il contesto sociale – La società bloccata dell’assolutismo.

La società francese, come quello di qualunque monarchia assolutistica, non è divisa in classi sociali ma in ordini. La differenza principale è che una classe sociale si basa specialmente sulla ricchezza, dando quindi la possibilità a chi si arricchisce di scalare la piramide sociale; mentre l’ordine sociale non permette nessun cambiamento dal punto di vista sociale. I cittadini francesi vivevano in una società chiusa dove non avevano quindi la possibilità di cambiare le proprie condizioni sociali.
La società francese si divideva in tre ordini sociali: nobiltà, clero e terzo stato. I nobili erano circa 400 mila e il clero circa 130 mila, insieme, rispetto ai 26 milioni di abitanti, rappresentavano circa l’1,5-2% della popolazione, però, nonostante questo, i nobili ed il clero avevano il controllo del 40% delle proprietà terriere francesi delle quali non erano tenuti a pagare le tasse grazie ai loro privilegi. A pagare le tasse erano invece gli appartenenti al terzo stato.
Andando nello specifico, il Clero possedeva molti terreni che venivano definiti inalienabili in quanto la Chiesa non poteva vendere ad imprenditori agricoli. Essendo molti di questi territori completamente abbandonati, tutto ciò rappresentava un danno enorme per l’economia rurale e agricola francese. Al clero era inoltre affidato il compito di riscuotere le decime, una vecchia tassa risalente al Medioevo. Il clero in caso di reato venivano condannati dai propri tribunali ecclesiastici, rimanendo quindi distaccati da quelli civili.
Più o meno la stessa cosa avveniva per i nobili, loro controllavano circa il 23-25% della proprietà terriera e avevano il vecchio diritto acquisito che per conto del sovrano riscuotevano, nei territori da loro controllati, le tasse e i pedaggi che i cittadini dovevano pagare. Anche i nobili avevano un loro tribunale dove venivano giudicati soltanto con lievi pene pecuniarie. Altri privilegi che avevano erano quelli di poter ricoprire delle alte cariche all’interno dell’esercito e dell’amministrazione statale.
Per quanto riguarda il Terzo stato, esso rappresenta il 98% della popolazione, circa 25 milioni di abitanti. Nel terzo stato si collocano l’alta borghesia, quei borghesi che controllano letteralmente la vita finanziaria ed economica dell’epoca: i grandi banchieri, finanzieri, mercanti. Questi, molto spesso, avevano ricchezze e proprietà maggiori di alcuni nobili. Oltre a questi vi era anche la piccola borghesia dei liberi professionisti, commercianti ed artigiani. Infine ci sono i contadini che costituiscono la componente principale del terzo stato in quanto l’agricoltura costituiva l’economia francese.

Economia del Paese – Crisi dello stato e proposte di riforma

La Francia del Settecento era uno Stato pieno di debiti sopratutto per due motivi:

  1. Per l’ampio apparato burocratico che la monarchia francese aveva;
  2. A causa delle guerre che aveva combattuto nel Settecento, tra le quali la guerra di Successione francese e, soprattutto, la guerra dei Sette anni.

Queste debiti, anno per anno, venivano a prosciugare le casse dello Stato. Il 40% delle entrate dello Stato francese, serviva per pagare gli interessi dei debiti nei confronti dei banchieri; il 20% serviva per pagare tutti gli amministratori, burocrati e nobili che alloggiavano nella corte di Versailles.
Dinanzi a questa situazione si rischiava veramente il fallimento e l’arresto economico della Francia. Infatti, ad essere colpiti sempre di più da questi problemi erano sempre i contadini perché erano continuamente tassati dai proprietari terrieri oltre che dal clero con le decime. A peggiorare la situazione furono le forti carestie che ridussero drasticamente i raccolti e fecero aumentare fortemente i prezzi dei prodotti di stretta necessità.
Questa situazione economica richiedeva delle nuove entrate. Per aumentare queste entrate bisognava modificare il prelievo fiscale, cioè rimuovere il privilegio di esenzione fiscale al clero e alla nobiltà.
I diversi ministri delle finanze che si alternarono nella Monarchia francese cercarono di risolvere questa situazione di problematica economica seguendo due percorsi:

  1. Necker,_Jacques_-_DuplessisUna prima opzione economica seguiva le teorie fisiocratiche. Questa linea economica fu portata avanti dal ministro delle finanze Jacques Turgot. Seconde le sue teorie, per far ripartire l’economia in Francia ed aumentare le entrate, bisognava eliminare ogni limitazione al commercio, ogni dazio doganale, e bisognava favorire sempre di più la diffusione della proprietà privata. Lui riteneva che solo con la proprietà privata si potesse avere una possibilità di arricchimento delle persone e quindi di poter imporre più tasse, come l’estensione della tassa sulla proprietà a tutta la popolazione francese senza privilegi.
  2. Una seconda linea economica venne portata avanti dal ministro delle finanze Jacques Necker. Secondo Necker, per ridurre i debiti ed aumentare le entrate bisogna fortemente ridurre la spesa pubblica e ridurre le spese di denaro improduttive. Le spese improduttive a cui si riferisce Necker sono quelle per il mantenimento del gigantesco apparato burocratico e dei nobili residenti nella corte di Versailles. In più bisognava eliminare tutti i privilegi che Luigi XVI continuamente concedeva ai suoi protetti e che erano pure ereditari.
    Per far capire questo nel 1781 rese pubblico il bilancio dello Stato, un gesto che non era mai stato fatto da nessuno. Voleva rendere tutti consapevoli degli sprechi che c’erano.

Non ostante la realtà sia evidente sotto gli occhi di tutti, i nobili ed il clero fecero forti pressioni a Luigi XVI fino a costringerlo a togliere l’incarico di ministro delle finanze a Turgot e Necker reclamando la convocazione degli Stati Generali.

Pubblicato da bmliterature

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