Giovanni Verga nacque da una famiglia di agiati proprietari terrieri a Catania nel 1840. Compì i primi studi presso maestri privati, come il letterato patriota Antonino Abate, da cui assorbì il fervente patriottismo e il gusto letterario romantico come dimostra il primo romanzo, Amore e patria, scritto a sedici anni con caratteri patriottici.
Dopo essersi iscritto alla Facoltà di Legge a Catania, non terminò i corsi e preferì dedicarsi al lavoro letterario e al giornalismo politico (la sua passione).
Questa formazione irregolare segnò inconfondibilmente la sua fisionomia di scrittore: i suoi interessi si concentrarono sulla letteratura moderna, ai classici italiani e latini preferisce gli scrittori francesi moderni di vasta popolarità, la letteratura di consumo, di intrigo e sentimentale come I tre moschettieri di Alexandre Dumas e La signora della camelie.
Nel 1865 Verga lascia la provincia e si reca a Firenze consapevole del fatto che per diventare scrittore autentico doveva liberarsi dai limiti della sua cultura provinciale e entrare contatto con la vera società letteraria italiana
Nel 1872 si trasferì a Milano, il centro culturale più vivo della penisola. Qui entra in contatto con gli ambienti della Scapigliatura. In questo periodo scrisse tre romanzi, Eva, Eros e Tigre reale. Nel 1878 avviene la svolta verso il Verismo, con la pubblicazione del racconto Rosso Malpelo. Seguono poi le novelle di Vita dei campi, I Malavoglia (primo romanzo del ciclo dei Vinti) e le Novelle rusticane. Mastro-don Gesualdo, il secondo romanzo del ciclo è del 1889 insieme ai romanzi L’onorevole Scipioni e La Duchessa de Leyra che rimase incompiuto.
A Milano soggiornò per lunghi periodi fino al 1893 quanto tornò definitivamente a Catania e si chiuse in un silenzio pressoché totale e dedicò la vita alla cura delle sue proprietà agricole. Le sue posizioni politiche si fecero sempre più chiuse e conservatrici.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale fu intensamente interventista e nel dopoguerra si schierò a favore dei nazionalisti. Muore nel gennai del 1922, l’anno che segnò la salita al potere del fascismo.