Le caratteristiche della Fantascienza

La fantascienza è un genere letterario che unisce in sé, come dice il nome, elementi di pura fantasia e spunti derivati dalla scienza (fanta-scienza).
La fantasia permette allo scrittore di creare vicende e situazioni sempre nuove e stupefacenti, mentre la scienza gli offre la possibilità di presentarle come verosimili.
L’ambientazione classica della narrativa fantascientifica è quindi il futuro, spesso lontano e imprecisato. I personaggi (esseri umani, robot, creature aliene) si muovono in uno spazio lontano e sconosciuto, tra pianeti e galassie, spinti a volte dall’amore per l’avventura. Non mancano però racconti ambientati sulla Terra.

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Un’altra caratteristica della narrativa fantascientifica riguarda il linguaggio,  ricco di termini derivati dal lessico specifico delle scienze e di riferimenti a teorie scientifiche e scoperte tecnologiche che danno al lettore la sensazione di trovarsi di fronte a vicende non solo plausibili, ma anche giustificate sul piano teorico. La fantascienza trae infatti buona parte del suo fascino proprio dalla percezione di un suo ruolo anticipatore o premonitore rispetto alla realtà futura.
La fantascienza come genere narrativo nasce ufficialmente nella seconda metà dell’ottocento con le opere di Jules Verne. Prima di lui, va ricordata la clamorosa anticipazione del romanzo Frankenstein in cui la scrittrice racconta la storia di un medico che aspira a ricreare la vita il laboratorio servendosi di avveniristiche scoperte scientifiche: il frutto delle sue fatiche e però un mostro orribile, condannato per il suo stesso aspetto alla solitudine e all’infelicità.
Mary Shelley introduce quindi una riflessione sulla scienza, sulle sue potenzialità e sui suoi limiti, che sarà un tema tipico della fantascienza, nata in un’epoca di rapidi progressi tecnici e caratterizzata ai suoi esordi da una grande fiducia nei confronti delle possibilità offerte dalle nuove scoperte.

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Jules Verne, per esempio, immagina viaggi al centro della Terra o sulla Luna (in un’epoca in cui l’esplorazione dello spazio era ancora del tutto impensabile) è inventa addirittura un sommergibile nucleare, Nautilus del capitano Remo, in Ventimila leghe sotto i mari.

Ovviamente, le opere di fantascienza risentono sempre dell’epoca in cui sono state scritte, sia per quanto riguarda i contenuti specifici, sia per il modo di porsi di fronte alla materia trattata. Verne, ad esempio, esprime l’ottimismo che caratterizzava la cultura europea all’indomani della rivoluzione industriale.
Nel corso del Novecento, la fantascienza si sviluppa soprattutto negli Stati Uniti e continua rispecchiare la propria epoca. Negli anni ’20, quando si diffonde nelle fabbriche la catena di montaggio, nascono le storie di robot; negli anni ’30, si moltiplicano i racconti di invasioni spaziali e di lotte fra terrestri e alieni; negli anni ’50, le gravi problematiche sociali portarono gli scrittori a immaginare una data futura nella quale la tecnologia diventerà il principale strumento di controllo da parte del potere.
La fantascienza, si configura allo stesso tempo come nel genere di intrattenimento e patrimonio di schemi narrativi e di situazioni convenzionali che possono essere usati in opere non strettamente di genere.
La fantascienza nasce come genere narrativo, ma nel corso del Novecento ha legato il suo successo anche a fumetti e film. A questo genere letterario si sono ispirati molti manga e anime (cartoni animati) giapponesi a partire dagli anni Sessanta: tra le serie storiche, Goldrake, Mazinga e Capitan Harlock.

Pubblicato da bmliterature

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