Le ideologie positivistiche dell’età postunitaria

Nonostante ritardi e limiti, l’Italia degli anni Settanta e Ottanta si avvia verso uno sviluppo capitalistico moderno e verso l’industrializzazione. Si possono individuare tre tipi di atteggiamenti degli scrittori di fronte alla modernizzazione economica e sociale:

  1. un atteggiamento apologetico, ovvero di esaltazione, che inneggia ad essa come realizzazione del progresso;
  2. un atteggiamento di rifiuto romantico, in nome dei valori del passato;
  3. un atteggiamento di curiosità conoscitiva, che non esalta e non condanna, ma indaga i cambiamenti in modo distaccato.

1981-09-01-wallpaperIl primo atteggiamento è proprio della mentalità che diviene egemone in questo periodo prima in ambito europeo e poi anche in Italia: il Positivismo.
La cultura positivista ha le sue basi nel rapido sviluppo del capitalismo industriale e nei profondi mutamenti delle strutture sociali, dei modi di vita, delle ideologie che esso produce.
L’espansionismo della produzione ha bisogno dello studio scientifico e delle sue applicazioni tecnologiche, quindi, presupposto essenziale della cultura positivistica sono anche le importanti scoperte scientifiche che si verificano in questo periodo. Un presupposto non meno importante è la sempre maggiore diffusione del sapere e dell’istruzione.

Questo insieme di fattori determina in ambito europeo un clima di fiducia entusiastica nelle forze dell’uomo e nelle possibilità del sapere scientifico e tecnologico. L’ottimismo si traduce sempre più in un vero e proprio culto della scienza. L’esaltazione positivistica della scienza posa su alcune convinzioni di base:

  • 2222quella scientifica è l’unica conoscenza possibile e il metodo della scienza è l’unico valido. Di qui il rifiuto di ogni visione di tipo religioso, metafisico, idealistico, e la convinzione che tutto il reale sia un gioco di forze materiali, fisiche, chimiche, biologiche, regolate da ferree leggi meccaniche e deterministiche. Il positivista quindi crede che ci si debba fondare solo sui fatti “positivi”, osservabili e dimostrabili sperimentalmente;
  • il metodo della scienza, poiché è l’unico valido, va esteso a tutti i campi, compresi l’uomo e la società: nessun aspetto del reale deve sfuggire all’indagine scientifica, che si esercita allo stesso modo sui fenomeni naturali come sulla psicologia dell’uomo, sulle sue idee, sui suoi sentimenti, sui suoi comportamenti sociali, sui suoi prodotti culturali e artistici;
  • la scienza, dandoci gli strumenti per spiegare e conoscere il reale, ci consente anche di dominarlo, asservendolo ai bisogni dell’uomo. Di qui deriva la fede positivistica nel progresso, garantito appunto dalle conquiste scientifiche in ogni campo, che consentono di piegare la natura alla nostra volontà, assicurando all’umanità la liberazione dai mali fisici e dai mali sociali, lo sviluppo illimitato delle risorse e del benessere, la crescita continua della civilizzazione.

Pubblicato da bmliterature

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