Recensione del film Still Alice – Richard Glatzer & Wash Westmoreland (2014)

“Still Alice” è un film con un grosso impatto sentimentale, uno dei più toccanti e commoventi per il difficile argomento che tratta: il morbo di Alzheimer, una terribile malattia neuro-degenerativa che in genere colpisce persone anziane. Tuttavia, anche se raramente, sono presenti situazioni di Alzheimer giovanile in persone di cinquanta anni. Questo è il caso della protagonista del film, Alice, professoressa di letteratura che aveva appena compiuto cinquant’anni quando scoprì di soffrire di una rarissima forma di Alzheimer precoce di origine genetica che le cambiò totalmente la vita: a partire dalle difficoltà nel parlare, che fu un grosso colpo per la protagonista essendo una docente di lettere, fino ad arrivare ad amnesie che non le fecero riconoscere più i familiari luoghi nei quali faceva jogging ogni giorno.

Still-Alice--Kristen-Stewart-and-Julianne-Moore_article_story_largeIncredibile come, nonostante la malattia stesse distruggendo la sua identità, i suoi famigliari fossero sempre vicino a lei, chi più e chi meno. Esemplare è la scelta della figlia più piccola che, anche se all’inizio sembrava la più distante e disinteressata, pur di trascorrere del tempo con la sua mamma, ormai nella piena fase di un processo degenerativo, decide di abbandonare Los Angeles ed il mondo dello spettacolo per stare con la propria madre, nonostante la malattia generi delle situazioni difficili da gestire.

Penso che alla fine di tutto, ciò che vuole insegnarci la storia di questa donna è che l’Alzheimer può anche distruggere la memoria di chi ne è affetto, ma non può togliere il ricordo, la memoria e il sentimento di chi è vicino. Proprio l’ultima parola che recita la protagonista alla fine del film, “Amore”, vuole dare un finale comunque dolce, nonostante l’amarezza del film. In un certo senso ci vuole far capire come il sentimento è l’unica cosa che rimane viva perché l’essere umano è fatto per amare e l’amore è ciò che ci porta ad andare avanti e che ci spinge a non arrenderci.

Pubblicato da bmliterature

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