Tema sull’emergenza dell’acqua nel Mondo

Acqua potabile pulitaL’acqua è un elemento prezioso, condizione della vita sulla Terra, che ricopre ben il 70% della sua superficie. Tanto che il nostro Pianeta, visto dallo spazio, appare come il “pianeta azzurro” per la vastità di oceani e mari.
Tuttavia questa fondamentale risorsa è seriamente a rischio a causa dell’alterazione degli equilibri ambientali di cui sono responsabili le attività umane: pensiamo agli scarichi industriali e ai rifiuti di ogni genere prodotti dagli agglomerati urbani, che avvelenano le acque di mari, fiumi e laghi (Inquinamento delle acque); al massiccio uso di pesticidi, antiparassitari ed erbicidi in agricoltura, che contaminano le falde acquifere del sottosuolo; all’inquinamento atmosferico, che genera il fenomeno delle piogge acide, cioè cariche di sostanze tossiche. Ne consegue una progressiva riduzione di acqua potabile e pulita a disposizione dell’umanità, soprattutto dei popoli che vivono nei Paesi più poveri.

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Un uomo su quattro nel mondo non dispone di acqua potabile: questo l’allarmante dato emerso dal Forum Mondiale sull’Acqua, tenutosi a Kyoto, in Giappone, nel 2003 su iniziativa dell’ONU. Ma la disponibilità di acqua potabile è destinata a diminuire per tutti, in un futuro non lontano, se non si modificherà l’attuale sviluppo economico che ha finito per saccheggiare tutte le risorse del Pianeta.
Basti pensare che in molti Paesi l’agricoltura intensiva richiede sempre maggiori quantità d’acqua per sostenere la crescita dei consumi, tanto da forzare il ciclo del ricambio naturale con un prelievo superiore alla capacità di rigenerazione delle sorgenti: così facendo, lo stato di carenza dell’acqua diventa cronico.

La diversa disponibilità di acqua segna una delle forme più vistose di disuguaglianza tra Paesi ricchi e Paesi poveri: ad esempio, se negli Stati Uniti sono disponibili in media più di 400 litri di acqua al giorno per ogni cittadino (compresa la notevole quantità che viene consumata dall’industria e dall’agricoltura), nell’Africa nera sono disponibili appena 10 litri a testa al giorno, una quantità che è ben al di sotto della soglia minima di disponibilità idrica indicata dalle Nazioni Unite, che è di 40 litri.

La siccità è oggi un flagello in troppi Paesi del Terzo Mondo, in particolare del continente africano: ad esempio, nei Paesi della fascia del Sahel (Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Ciad) le piogge sono scarsissime, limitate a qualche giorno all’anno. Nel Sahel la vegetazione, che in passato era florida, favorita da piogge regolari e periodiche, sta progressivamente scomparendo, distrutta dalla desertificazione, un fenomeno che in alcune regioni dell’Africa è conseguenza soprattutto di un’agricoltura sbagliata che, privilegiando la monocoltura, eredità del colonialismo, ha inaridito il suolo.
Il processo di desertificazione, in atto in tante aree del mondo, è causato da più fattori: innanzi tutto dal cosiddetto “effetto serra” (così chiamato perché del tutto simile a quanto avviene all’interno di una serra: parte del calore che il sole irradia sul Pianeta viene trattenuta sulla superficie terrestre e all’interno dell’atmosfera), provocato dall’anidride carbonica, gas prodotto da ogni combustione, che viene immessa in sempre maggiore quantità nell’atmosfera; dalla distruzione delle foreste pluviali, cioè quelle comprese tra l’Equatore e i Tropici (che costituiscono degli autentici “polmoni” per il nostro Pianeta, poiché assorbono l’anidride carbonica e immettono ossigeno e vapor acqueo nell’atmosfera), sacrificate alla crescente richiesta di legno e di carta da parte delle industrie; dall’abbassamento delle falde acquifere, un fenomeno che si registra in molti Paesi poveri dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, nei quali sono stati scavati innumerevoli pozzi che hanno consentito un prelievo d’acqua superiore alla naturale ricarica delle falde, con il conseguente rapido esaurimento di quelle più superficiali.

Inquinamento Acque tubi di scarico“L’acqua è un diritto di base per tutti gli uomini: senza acqua non c’è futuro, non c’è nemmeno democrazia”: queste parole sono state pronunciate, durante la Conferenza internazionale di Johannesburg del 2002 sul clima e sull’ambiente, da Nelson Mandela, il leader storico della lotta all’apartheid in Sudafrica e premio Nobel per la pace nel 1993, ed attestano quanto l’acqua sia condizione indispensabile di ogni progresso civile, sociale ed economico.
Eppure, come abbiamo visto, l’acqua oggi costituisce un altro fattore di discriminazione tra la parte ricca e industrializzata del Nord del Pianeta e quella del Sud, povera e tecnologicamente arretrata.
L’accesso all’acqua potabile è condizione indispensabile per sconfiggere la povertà, poiché, in tanti Paesi del Terzo Mondo, carenza di acqua significa agricoltura insufficiente, quindi minore disponibilità di grano e riso, quindi meno cibo.

L’acqua condanna alla sete più di un miliardo di persone nel mondo, con oltre due milioni che muoiono ogni anno per malattie causate dal consumo di acqua inquinata.
Infatti la disponibilità di acqua pulita è una condizione indispensabile per la cura delle malattie endemiche, come l’Aids e la malaria, che flagellano i Paesi poveri, in particolare quelli dell’Africa nera. Che senso ha diminuire i prezzi dei nuovi farmaci anti-Aids, come pure giustamente si sta chiedendo, rendendoli accessibili anche alle genti particolarmente disagiate del Terzo Mondo, se poi non si realizzano le condizioni igieniche capaci di migliorare la resistenza fisica degli ammalati sottoposti a terapia con quegli stessi medicinali? Tali condizioni non cominciano proprio dalla disponibilità di acqua pulita?
Garantire un adeguato approvvigionamento idrico a tutte le comunità umane non è, però, sufficiente a risolvere il problema dell’emergenza acqua. Infatti basta un’inefficiente rete fognaria a compromettere la potabilità dell’acqua, anche se questa è disponibile nella quantità giusta. Ne consegue la necessità di realizzare funzionali reti di servizi igienici ed efficaci sistemi di smaltimento dei rifiuti.
E’ certo che l’obiettivo di garantire acqua pulita e potabile a tutti nel mondo può essere raggiunto solo favorendo un’effettiva cooperazione economica tra i Paesi ricchi e quelli poveri, in modo da conciliare le esigenze dell’economia e dello sviluppo industriale con quelle del rispetto dell’ambiente, nel segno di un uso più equilibrato delle risorse.

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Pubblicato da bmliterature

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