E’ utile far ripetere un anno scolastico?

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La bocciatura o, in termini più eufemistici, la non ammissione all’anno successivo è uno strumento pedagogico e didattico di certo molto utilizzato (in passato più che oggi, per la verità), ma è davvero utile? Serve veramente per la crescita culturale e personale di un ragazzo?

Tema

 

A mio parere, ripetere un anno di scuola è inutile e anzi dannoso, per l’allievo e per la scuola stessa. Non serve a recuperare il ritardo sul programma e anzi è spesso un modo per penalizzare ancora di più l’alunno in difficoltà.

 Tesi

I più solidi argomenti a favore di questa tesi provengono non da “buonisti” privi di senso della realtà o da sovversivi che vogliono scardinare l’istituzione scuola, bensì dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Numeri alla mano, l’organizzazione internazionale dimostra che laddove esistono molti ripetenti peggiorano i risultati complessivi delle classi e, in finale, anche la percentuale degli alunni che riescono a diplomarsi. Nei paesi in cui un maggior numero di studenti ripete gli anni scolastici non solo la performance globale tende a essere inferiore, ma il background sociale ha un impatto maggiore sui risultati di apprendimento. Ovvero: la bocciatura rafforza le disuguaglianze, emargina ancora di più bambini e ragazzi con problemi scolastici, problemi che spesso, come è noto, prendono origine da un disagio di ordine psicologico o socio-familiare. Al di là del piano strettamente scolastico, poi, i ragazzi che devono ripetere l’anno perdono fiducia in se stessi, con conseguenze negative sulla strutturazione della personalità. Inoltre, bocciare costa. Oltre a non garantire il processo educativo, far ripetete un anno scolastico pesa sui bilanci i dell’istruzione pubblica, proprio in un momento di crisi economica e di tagli alle scuole. Ogni bocciatura, hanno calcolato gli esperti dell’Ocse, costa in media tra i 10 e i 15 mila dollari l’anno. Un altro effetto a lungo termine delle bocciature, sempre registrato dall’Ocse, è il ritardato ingresso dello studente nel mondo del lavoro. Se poi le bocciature si ripetono nel ciclo scolastico, gli alunni tendono ad abbandonare lo studio prima del diploma, incrementando la presenza sul mercato del lavoro di manodopera non qualificata.

 Argomenti a favore della tesi

C’è però anche chi sostiene che “fermare” un allievo è in certi casi assolutamente necessario.

 Antitesi

Quando un ragazzo non possiede, in più discipline, gli strumenti minimi per affrontare l’anno successivo, è meno frustrante essere bocciati che trovarsi ad affrontare programmi di studio per i quali si è del tutto impreparati. Inoltre, promuovere tutti senza differenze significherebbe mettere sullo stesso piano chi si impegna e i “lavativi”.

 Argomenti a favore dell’antitesi

Che le lacune vadano colmate è un’affermazione di certo sensata che non si può non condividere. Però, al posto della bocciatura, che comporta frustrazione psicologica e rischia di acuire la demotivazione allo studio, andrebbero utilizzate misure di sostegno come i corsi di recupero personalizzati. In tal modo migliora l’efficienza nello studio e il ritardo didattico può scomparire. Va detto, poi, che la scuola può e deve trovare gli strumenti per gratificare adeguatamente i ragazzi impegnati nello studio, al di là della soddisfazione meschina di vedere puniti gli svogliati.

 Confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi

La bocciatura fa parte di una scuola “all’antica” oggi messa in discussione. Non a caso molti paesi europei si stanno già staccando dal vecchio modello. Per esempio, l’Austria ha già annunciato la prossima abolizione delle bocciature e la Francia, fino a ora con record di ripetenti sul continente, sta discutendo una radicale riforma.

 Conclusione

Pubblicato da bmliterature

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