O fons Bandusiae splendidior vitro
dulci digne mero non sine floribus,
cras donaberis haedo,
cui-frons-turgida-cornibus
primis et venerem et proelia destinat;
frustra: nam gelidos inficiet tibi
rubro sanguine rivos
lascivi suboles gregis.
Te flagrantis atrox hora Caniculae
nescit tangere, tu frigus amabile
fessis vomere tauris
praebes et pecori vago.
Fies nobilium tu quoque fontium,
me dicente cavis impositam ilicem
saxis, unde loquaces
lymphae desiliunt tuae.
Quinto Orazio Flacco, Carm. III 13
Traduzione Italiana
O fonte di Bandusia, più splendida del cristallo,
degna di vin dolce vino, nonché di fiori,
domani ti sarà donato un capretto,
a cui la fronte, gonfia per le nascenti corna,
destina lotte per amore;
invano: infatti macchierà
di rosso sangue sangue le gelide tue acque,
la prole del gregge petulante.
La pesante ora della cocente canicola non
giunge a toccar te: tu offri soave frescura a’ tori
stanchi dal vomere e al vagante armento.
Anche tu sarai nel novero delle celebri fonti, per
opera di me, che canto l’elce sovrapposta ai cavi sassi,
donde loquaci le tue acque zampillano.