I moti del 1830-31 e la crisi della Restaurazione

Come nel 1820-21 è stata importante la rivolta spagnola come stimolo per la carboneria italiana, anche quella francese del 1830-31 fu della stessa importanza.
In Francia il congresso di Vienna aveva ristabilito la sovranità a Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI che venne decapitato, e successivamente a Carlo X.
Luigi XVIII una volta ritornato sul trono dimostra di condividere quelle esigenze della borghesia francese di continuare la linea della monarchia costituzionale, tanto che lui concede una carta costituzionale detta ottriata cioè che viene gentilmente concessa dal Sovrano per il popolo. Era una costituzione che lasciava grandi poteri al sovrano, però estendeva il diritto di voto ai borghesi.
Quando Luigi XVIII negli anni ’20 viene sostituito dal fratello Carlo X iniziarono i problemi. Carlo X era molto più reazionario (conservatorio) e metteva da parte la classe della borghesia e concedeva di nuovo i privilegi dell’aristocrazia e del clero. Questa sua politica suscita il malcontento della borghesia e tutto precipita quando nel 25 luglio del 1830 emana le quattro Ordinanze con cui elimina le libertà di stampa, scioglie il parlamento ed elimina tutti i provvedimenti economici che fino ad allora erano stati a favore della borghesia.
Louis-Philippe,_roi_des_FrançaisDi fronte a questa situazione, la borghesia parigina riesce ad ottenere l’appoggio del popolo di Parigi come era avvenuto nel 14 luglio del 1789 (Presa della Bastiglia), alza le barricate e costringe il re Carlo X ad abdicare e alla fuga. Per la prima volta il messaggio patriottico fu condiviso da classi ristrette con il popolo. Il potere venne affidato ad un nuovo sovrano: Luigi Filippo d’Orléans che aveva subito mostrato simpatie liberali concedendo una nuova costituzione in cui il potere del Re si limitava in favore del parlamento, viene ampliato il diritto di voto in favore della borghesia e, soprattutto, decise di non rispettare più il principio di intervento della Santa Alleanza.

Tutto questo portò anche all’insurrezione dei liberali italiani. Nei dieci anni del 1821-1831, soprattutto nell’Italia centro-settentrionale, si era ricostituito il liberalismo. Tutto parte dalla carboneria dello stato dell’Emilia e della Romagna, soprattutto dal Ducato di Modena dove la Carboneria modenese, guidata da un commerciante intellettuale, Ciro Menotti, organizza una rivolta il cui obbiettivo è quello di liberare innanzitutto il ducato di Modena e di Reggio-Emilia dalla presenza austriaca, ma anche quello di creare all’interno dell’italia centro-settentrionale un regno autonomo strappando i territori dallo Stato Pontificio.
All’interno del ducato di Modena c’era un sovrano che era in qualche modo imparentato con l’Austria, Francesco IV d’Asburgo-Este, il quale all’inizio sembrò attratto da questi moti liberali perché poteva diventare il Re di questo regno. In un secondo momento Francesco IV, impaurito dall’intervento dell’Austria, abbandonò i liberali e Ciro Menotti, li fece imprigionare e chiese l’intervento dell’esercito austriaco.

Il risultato dei moti del 1820-21 e 1830-31 è fallimentare in entrambi, però ci sono dei cambiamenti:

  • I primi moti furono organizzati solo da società segrete, mentre i secondi hanno coinvolto vivamente il popolo, specialmente in Francia e in Belgio.
  • I primi moti scoppiarono in zone abbastanza arretrate economicamente come la Grecia, il Regno di Napoli e la Sicilia. Nel 1830 la rivolta scoppia in zone economicamente molto industrializzate e forti.
  • Il congresso di Vienna negli anni ’30 viene a spaccarsi perché un importante regno come quello della Francia non accetta più il principio dell’intervento creando una frattura tra le grandi potenze.

Pubblicato da bmliterature

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