L’Austria di Maria Teresa e Giuseppe II

242px-Kaiserin_Maria_Theresia_(HRR)Due sovrani austriaci legarono i loro nomi a una saggia politica di riforme: dapprima Maria Teresa e poi il figlio Giuseppe II.
Maria Teresa diventa imperatrice nel 1740 grazie alla “Prammatica Sanzione” (emanata nel 1713), che stabiliva, in caso di mancanza di figli maschi, la Corona imperiale sarebbe stata ereditata da una delle figlie dell’imperatore.
Così, mentre scende al trono, Maria Teresa, si scontra con il re di Prussia, Federico II, il quale occupa la Slesia e dà inizio alla guerra di successione austriaca che vede come protagoniste anche la Francia e la Spagna. Al termine della guerra, Maria Teresa venne riconosciuta come imperatrice di Austria, mentre perdeva il territorio della Slesia.
Una volta consolidato il titolo imperiale, Maria Teresa applica una politica di riforme consolidando i suoi poteri per colpire i privilegi dei nobili e del clero.
La prima grande riforma che fece è quello di sistemare l’apparato statale. Infatti decise di assumere dei funzionari di Stato, dei fidati collaboratori che scelse sia tra i borghesi che tra i nobili, che avevano il compito amministrare la giustizia e riscuotere le tasse e i contributi fiscali.

HGM_Weikert_Portrait_Joseph_IINel 1765, quando il marito Francesco I muore, Maria Teresa si fa aiutare nella gestione politica dell’Impero dal figlio Giuseppe II. Il 29 novembre 1780, Maria Teresa d’Asburgo muore e lascia la Corona imperiale nelle mani del figlio Giuseppe II.
Giuseppe assunse dei provvedimenti più radicali, infatti, fondò una scuola per la formazione dei funzionari (Scienza di polizia), nella quale si insegna come applicare la giustizia, come poter agire al meglio per governare e garantire la pubblica felicità.
Inoltre l’Austria venne divisa in province. Ogni anno venivano organizzate delle assemblee provinciali (clero e nobiltà), nella quale l’imperatore stabiliva nuove tasse e nuove riforme, cercando di omogeneizzarle in tutto il suo impero, anche in Ungheria e nei Paesi Bassi, visto che prima ne erano esclusi.
Un altro cambiamento fu la procedura di incoronazione. Prima di essere incoronato, l’imperatore doveva aspettare che la nobiltà e il clero si consultassero, adesso invece questa procedura venne annullata, limitando ancor di più il potere dei nobili.
Un altro colpo nei confronti dei nobili fu quello di annullare le immunità fiscali. Infatti le terre dei nobili non erano registrate, quindi venne istituito un catasto per registrare tutti i terreni coltivabili, ciascuno con l’indicazione del suo proprietario e con la ricchezza che produceva. Veniva stabilito un valore catastale e una tassa da pagare, in modo da colpire i grandi proprietari terrieri.
Su ordinanza di Maria Teresa d’Austria venne stabilito l’Urbarium per migliorare le condizioni dei contadini. Diminuivano le prestazioni gratuite nei confronti del proprietario terriero (le cosiddette Corvée), adesso era concessa solo una giornata invece di 3. Potevano accompagnare il loro padrone a caccia solo 3 volte all’anno e non una volta al mese.
Tuttavia i funzionari si accorsero che questa riforma non venne rispettata. Allora intervenne Giuseppe II imponendo i catasti ed eliminando la servitù della gleba.
Per quanto riguarda la politica religiosa, Giuseppe II limitò il potere della censura (potere di bloccare e condannare le idee illuministiche che non venivano accettate dalla Chiesa), il diritto di asilo (qualunque persona, anche il malvivente, che si rifugia in Chiesa, diventa immune alla giustizia), le feste di precetto (eliminando le festività inutili, infatti più erano le feste, meno si lavorava), proprietà della chiesa (che spesso erano coltivate male o addirittura abbandonate), ordini monastici (all’epoca vi erano troppe persone monastiche), numero dei monasteri (Giuseppe II fece reprimere e incamerare i beni di 700 monasteri).
Oltre a queste riduzioni, tutti i parroci dovevano essere formati in seminari dello Stato, dove dovevano giurare fedeltà al Papa e all’imperatore. Il parroco doveva essere prima di tutto un funzionario di Stato.
Non vennero toccati i diritti politici dei sudditi, mentre vennero migliorati i diritti civili. Infatti nel 1781 emanò la Patente di tolleranza, con la quale egli riconobbe la libertà di culto, eliminando la discriminazione nei confronti delle comunità ebraiche; inoltre nel 1787, con l’entrata in vigore di un nuovo codice penale, proibisce l’uso della tortura e della pena di morte, ribadendo il concetto dell’uguaglianza di ogni suddito di fronte alla legge.
Potenzio anche il sistema dell’istruzione, togliendo il controllo della scuola elementare alla Chiesa, che lasciava impronte religiose nell’istruzione dei bambini, per affidarlo allo Stato. Giuseppe II stabilì l’obbligatorietà della scuola elementare e statalizzo l’istruzione secondaria.
Tutte queste riforme che fecero Maria Teresa e Giuseppe II, diedero un contributo efficace a quella pubblica felicità che tanto seguivano gli illuministi dell’epoca.

Pubblicato da bmliterature

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