Le Figure Retoriche in Poesia

 

Letteralmente la parola “retorica” indica l’arte del “ben parlare“, un’arte che già nell’antica Grecia veniva insegnata a tutti coloro che dovevano parlare in pubblico. Ieri come oggi, infatti, chi vuole trasmettere agli altri le proprie idee deve saperle formulare in modo da essere non solo chiaro, ma anche efficace e convincente. La retorica insegnava appunto le tecniche utili a esporre i pensieri nel modo più efficace e trasformare le parole in immagini capaci di colpire l’attenzione degli ascoltatori, di stimolare la loro curiosità e di imprimersi nella memoria.
Osservate per esempio, l’effetto che producono queste diverse formulazioni della stessa semplice frase:

Sono innamorato di te.      –>  Brucio d’amore per te.

Aveva paura del buio.        –> Tremava come una foglia nell’oscurità.

Tutti mi dicono di tacere. –> Tutti mi dicono taci! Mi ripetono taci! Mi impongono taci!

È chiaro che la seconda formulazione è più incisiva della prima: essa utilizza alcune delle figure retoriche che impareremo a conoscere in questa sezione e che andremo ad approfondire nei prossimi articoli.

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Le tecniche retoriche, naturalmente, non riguardano solo l’arte di parlare, ma anche quella di scrivere, e in particolare di scrivere in versi.
La conoscenza delle principali figure retoriche è dunque indispensabile allo scrittore, ma è utile anche al lettore: riconoscere le figure retoriche ci permette infatti di capire il significato del testo che abbiamo di fronte, di interpretarlo correttamente, di analizzare le scelte dell’autore, entrando per così dire nel suo laboratorio e seguendo alcune fasi importanti del suo lavoro.

Nel loro complesso le figure retoriche sono numerosissime: possiamo suddividerle in tre gruppi, in base alla loro funzione e alle loro caratteristiche d’uso.

  • Figure del suono, che giocano appunto sui suoni delle parole e sui rapporti che essi possono creare tra le parole stesse (le rime, l’allitterazione, la paronomasia, l’onomatopea e il fonosimbolismo).
  • Figure dell’ordine, che giocano sulla disposizione sintattica delle parole all’ interno delle frasi (l’inversione, il chiasmo, il parallelismo, l’anafora, il climax e l’ellissi).
  • Figure del significato, che agiscono sul senso logico delle parole e lo alterano l’arricchiscono, lo caricano di nuovi valori grazie ad accostamenti inconsueti tra parole e concetti (la similitudine, la metafora, l’analogia, la sinestesia, la metonimia, la sineddoche, l’antitesi, l’ossimoro, l’iperbole, la personificazione e la perifrasi).

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Pubblicato da bmliterature

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